STIMOLAZIONE COGNITIVA


Se non lo usi lo perdi! Anche il cervello, come il resto del corpo, andrebbe esercitato per non rischiare di perderne il funzionamento. Se non usi le gambe per qualche mese, poi potresti faticare nel camminare.


La stimolazione cognitiva (SC) è un allenamento per le funzioni mentali: se adeguato e regolare permette di

mantenere un costante ed ottimale livello delle performance del cervello.


Un intervento di SC non andrebbe inteso come un mero laboratorio ludico-creativo socializzante, bensì come un trattamento terapeutico strategicamente indirizzato al benessere globale dell'individuo laddove in grado di attivare e coinvolgere le sue abilità cognitive residue e di prevenire o favorire un'eventuale decelerazione del suo funzionamento cognitivo.


La SC è intervento neuropsicologico consistente di un insieme di attività ed esercizi che hanno l'obiettivo di stimolare e mantenere vive le capacità mentali dell'individuo per renderlo il più autonomo possibile e permettergli una miglior qualità di vita.


Oltre agli esercizi solitamente realizzati, come quelli carta e matita o quelli computerizzati, la SC può comprendere attività di orientamento, compiti occupazionali semi-strutturati, giochi e/o attività creative, costitutivi nell'insieme di un percorso mirato, specifico e rispettoso del funzionamento cognitivo dei destinatari dell'intervento, ovvero di compiti né troppo complessi né troppo semplici per le loro reali capacità.


Obiettivi della SC:

- rinforzare le capacità cognitive residue;

- compensare le capacità cognitive meno attive laddove poco utilizzate o perché fisiologicamente deteriorate;

- migliorare umore, autostima e motivazione individuale.


In particolare, la SC è intervento psicosociale, individuale o di gruppo, utile in differenti contesti, per persone sane o per pazienti con patologie neuropsicologiche, volto ad esercitare le diverse funzioni cognitive (attenzione, memoria, linguaggio, funzioni

esecutive, etc.) capaci di potenziare e mantenere, per un tempo quanto più prolungato, il proprio miglior livello possibile di funzionamento neuropsicologico globale,

compatibilmente con età e condizioni di salute dell'individuo; è inoltre un intervento, non farmacologico, particolarmente indicato nelle demenze (Alzheimer, frontotemporale, vascolare, con corpi di Lewy, etc.) di grado lieve e moderato.


Un po' com'è possibile mantenere ed accrescere il proprio tono muscolare attraverso l'esercizio fisico, analogamente si può favorire il temporaneo mantenimento delle proprie funzioni cognitive preservate attraverso un costante e duraturo allenamento mentale.


La SC è invero un training personalizzato che, per mezzo di tecniche ed interventi mirati e differenziati, si pone l'obiettivo di massimizzare il funzionamento neuropsicologico residuo dell'individuo esercitandone tutte le sue risorse – interne ed esterne – disponibili per mantenere al massimo l'autonomia individuale.


Molteplici studi sull'argomento hanno fornito importanti e promettenti dati sui benefici che un tale intervento può apportare, tanto nel corso del fisiologico processo di invecchiamento quanto entro il declino cognitivo di quadri patologici, con effetti positivi pure sul piano emotivo.


Risulterebbe dunque fondamentale, in termini preventivi e protettivi, mantenersi

cognitivamente attivi durante l'intero ciclo vitale al fine di accrescere la propria riserva cognitiva (RC).


RISERVA COGNITIVA


RC è un concetto neuropsicologico rappresentativo delle risorse, cognitive e cerebrali, accantonate - come un tesoretto cerebrale - dal nostro cervello attraverso le esperienze maturate durante il proprio corso di vita e che - come un cuscinetto protettivo - protegge dal deterioramento cerebrale che insorge con l'invecchiamento, consentendogli dunque di mantenere un funzionamento adeguato nel tempo, o di sostenere i danni all'encefalo che possono incorrere dopo traumi o malattie, ovvero quando è a rischio il funzionamento del cervello.


Ciò può voler dire che dinnanzi uno stesso tipo di perdita neuronale (derivante dal normale invecchiamento, come pure per patologie degenerative croniche o traumi), due individui potranno avere un diverso recupero e mantenimento del proprio funzionamento cognitivon in base alla maggiore o minore capacità di RC.


Dunque, più è elevato il livello di RC, maggiore è il tempo entro cui possono presentarsi segni di patologie neurodegenerative capaci di condizionare negativamente il funzionamento dell'individuo nel suo quotidiano.


In breve, RC definisce la resilienza del cervello rispetto al danno cerebrale; con una buona RC, il cervello può creare nuove connessioni fra neuroni per sostituire quelli che potrebbero essere deteriorati o danneggiati; si può immaginare la RC come i giocatori di una squadra di calcio in panchina che subentrano in una partita di pallone quando gli altri sono stanchi; però, come quest'ultimi, devono allenarsi continuamente per essere pronti ad intervenire al bisogno.


Nel concetto di riserva vengono distinti una riserva cerebrale (o brain reserve, BR) ed una riserva cognitiva (o cognitive reserve, CR); se la BR è come l'hardware di un pc, la CR ne è come il software, ovvero fattori attualmente ritenuti contribuire alla riserva globale; costitutive di tal riserva sarebbero ovvero rispettivamente un substrato biologico - basato su caratteristiche cerebrali innate (dimensione del cervello, numero e densità neuronale) indicativo di un accantonamento passivo per l'impossibilità di cambiare la dimensione del cervello – ed uno acquisito (dipendente dall'ambiente e dalle abilità dell'individuo), invece rappresentativo di un accantonamento attivo per la capacità cerebrale di compensare i cambiamenti nelle strutture cerebrali dovuti all'invecchiamento oppure a traumi o malattie.