Esercizi bioenergetici/RESPIRAZIONE

IL RESPIRO È VITA

Esser pienamente vivi è funzione di un buon livello di respirazione; respirando riceviamo l'ossigeno necessario per alimentare la fiamma delle nostre combustioni metaboliche, ovvero quelle che forniscono l'energia cui abbiamo bisogno; più ossigeno immettiamo, più accresce il calore della combustione e perciò la produzione d'energia1.

 

RESPIRO COME IL TIRAGGIO DI UN CAMINO

Attraverso l'inspirazione di ossigeno in condizione di riposo è possibile misurare il metabolismo basale; il respiro costituisce dunque un valido parametro per misurare il livello energetico di un individuo; se il respiro è fiacco, quel livello potrebbe esser basso; se invece è profondo, tal livello sarebbe maggiore; maggiore è il tiraggio di un camino, più intenso è il fuoco e più l'impianto di riscaldamento produce energia2.

 

RESPIRARE CON NATURALEZZA

In ambito bioenergetico non si insiste eccessivamente sugli esercizi di respirazione; viene piuttosto chiesto di rendersi conto della propria respirazione per aiutare a riuscire a respirare facilmente e liberamente o con naturalezza, come senza doverci pensare3; è certamente difficile, e però anche consolante, sentire che la respirazione avviene da sé, senza bisogno di interventi volontari; ciò può dare un sentimento di speranza e/o sicurezza e/o permettere di penetrare in un nuovo processo esperienziale4; scopo dell'approccio bioenergetico è aiutare a sentire e a scaricare le tensioni che trattengono dal respirare con naturalezza; abitualmente, non dovremmo neppure accorgerci che stiamo respirando; animali e bambini piccoli respirano correttamente e, per farlo, non hanno bisogno né di istruzioni né di aiuto; il modo di respirare degli adulti tende invece ad esser turbato da tensioni muscolari croniche che ne alterano e ne limitano la portata; tali tensioni sono il risultato di conflitti emotivi creatisi nel corso del loro sviluppo5.

 

CURIOSI DEL PROPRIO RESPIRO

Se portiamo attenzione al respiro ne interrompiamo il flusso involontario; sviluppando però un po' di curiosità per il proprio respiro si potrebbero scoprire cose sulle proprie abitudini involontarie6.


Inspirare, cioè <succhiare aria, è una buona misura della capacità dell'organismo di essere aggressivo, ossia di farsi avanti per afferrare ciò di cui ha bisogno e che desidera. Espirare, invece, è un'azione passiva, un lasciar andare, un rilassamento delle contrazioni muscolari che gonfiano il torace.> (Lowen, 1994/1994, 200).

 

ALCUNI TIPI DI RESPIRAZIONE

I movimenti respiratori cambiano rispetto ciò che facciamo; respiriamo diversamente ad esempio quando dormiamo oppure quando laviamo un'automobile; il respiro è perlopiù un gesto automatico: accade, che ci pensiamo o no; vi è però pure un controllo volontario sul nostro respiro, che permette ad esempio di cantare, di fare immersioni in mare o di bloccare uno sbadiglio7; vi sarebbe dunque un tipo di respirazione normale8, o rilassato9, o neutro10, ed uno forzato; il primo è presente quando non si è sottoposti ad un grande sforzo muscolare oppure quando non si è in uno stato di forte emozione11, l'altro quando c'è urgente bisogno di ossigeno, ad esempio per un'attività molto faticosa12.

 

DIAFRAMMA ADDOMINALE COME UNA VENTOSA FRA DUE CONTENITORI, CIOÈ ADDOME E TORACE, CON CARATTERISTICHE DIVERSE

L'addome è un contenitore che possiede caratteristiche di un liquido, deformabile e non comprimibile; il torace invece quelle di un gas, deformabile e comprimibile; il diaframma addominale è come una ventosa fra i due contenitori; la sua azione si combina con quella dei muscoli addominali13.

 

RESPIRAZIONE NORMALE O RILASSATA O NEUTRA

Quando respiriamo normalmente, il ventre nell'inspirazione si espande e nell'inspirazione si ritrae; ciò perché il principale muscolo coinvolto nell'atto respiratorio, cioè il diaframma addominale, nell'inspirazione si contrae14, si appiattisce15 e scende; ciò preme in basso i visceri addominali, spingendoli in fuori16.

Il diaframma è una lamina di muscolo che divide le cavità addominale e toracica; è uno dei pochissimi muscoli posti orizzontalmente nel corpo17; oltre ad esser un muscolo piatto, a 'raggiera'18, è una cupola muscolo-tendinea che divide le cavità addominale e toracica; tutto intorno è attaccato alle ultime coste; è inoltre collegato ad un tessuto connettivo particolare, cioè la pleura, che avvolge i polmoni; quando si contrae, si appiattisce e preme sulla cavità addominale19, favorisce la contrazione dei muscoli intercostali, quelli che ovvero collegano le coste; ciò determinerebbe l'innalzamento di quelle inferiori20 e, per alcuni21, l'espansione della cavità toracica; l'aumento di spazio entro tal cavità permette ai polmoni, grazie alla loro elasticità, di espandersi22 verso il basso23 e di riempirlo24; è come se la contrazione del diaframma addominale tirasse verso il basso i polmoni25; ne consegue un aumento verticale del volume toracico che si trasmette, attraverso la pleura, ai polmoni; si creerebbe dunque una pressione negativa intrapolmonare26 che produce un vuoto nei milioni alveoli, cioè minuscole sacche d'aria che formano il tessuto polmonare, che vengono riempiti27 col risucchio d'aria, che attraverso le vie aeree superiori28, viene presa attraverso le narici29; tal espansione in basso dei polmoni cui consegue un loro riempimento d'aria è pure favorito dall'espansione in fuori del ventre, come se quest'ultimo, per favorire tal azione, facesse posto ai polmoni; questo tipo di respirazione è però prevalentemente più addominale che toracica o di petto; ciò consente l'inspirazione della massima quantità di aria col minimo sforzo30.

 

LA RESPIRAZIONE SANA È UN'AZIONE DI TUTTO IL CORPO

La respirazione sana è un'azione di tutto il corpo poiché tutti i muscoli vi sono in qualche modo impegnati; ciò è particolarmente vero per i muscoli pelvici profondi in quanto fanno ruotare il bacino leggermente all'indietro e verso il basso, aumentando la capacità del ventre, nell'inspirazione, e in avanti e verso l'alto per diminuire la cavità addominale nell'espirazione; tal movimento in avanti della zona pelvica è inoltre favorito da una contrazione dei muscoli addominali; l'espirazione è però soprattutto un processo passivo che può esser ottimamente esemplificato da un sospiro31.

 

INSPIRAZIONE/ESPIRAZIONE COME LO SCIABORDIO DELLE ONDE

I movimenti respiratori si potrebbero considerare come onde del mare; l'onda inspiratoria origina dal profondo del bacino e scorre in alto fin alla bocca; mentre s'innalza, le grandi cavità del corpo – come addome, torace, gola e bocca – si espandono per risucchiare l'aria; fra tali cavità, la gola è particolarmente importante: se non si espande nell'inspirazione, non si può respirare profondamente32; se poi è gravemente contratta può soffocare i sentimenti, specie il desiderio di gridare o di piangere; abbandonarsi ai singhiozzi può liberare la tensione della gola ed aprire il ventre; l'onda espiratoria ha invece inizio nella bocca e scorre all'ingiù; quando raggiunge il bacino, quest'ultimo si muove leggermente in avanti; l'espirazione induce poi un rilassamento del corpo intero; lasciare andare l'aria nei polmoni è come lasciar andare ogni presa; chi teme di lasciarsi andare è come incapace di espirare in modo completo; il suo torace rimane in qualche modo gonfio persino dopo una espirazione forzata33.

 

IL TORACE GONFIO

Il timore di non aver sufficiente aria per respirare può creare un senso di panico; gonfiare il torace può dunque servire per assicurarsi abbastanza aria e difendersi dal panico; permettersi di far uscire completamente quell'aria può però determinare un momento di panico cui si reagisce inspirando e gonfiando nuovamente il torace; il torace gonfio costituirebbe pertanto una misura di sicurezza per disporre di e mantenere un'ampia riserva d'aria; dover abbandonare quest'ultima sarebbe come dover abbandonare l'altra; ciò riguarderebbe chi teme di abbandonare quel senso di sicurezza, però illusorio; [laddove respirare può vuol dire far uscire aria nel mondo e far entrare quella del mondo], temere di inspirare può significare temere di protendersi attivamente verso quel mondo; chi teme di protendersi verso il mondo avrebbe invero difficoltà nell'inspirare; potrebbe sentirsi terrorizzato quando apre molto la gola per inspirare profondamente; perciò, svolgendo gli esercizi esercizi bioenergetici, sarebbe bene non compiere sforzi, specie respirando34.

 

RESPIRAZIONE PIÙ PROFONDA E PIÙ COMPLETA

Vi è un altro tipo di respirazione che interviene quando c'è urgente bisogno di ossigeno, ad esempio in un'attività molto faticosa; in tal caso, i muscoli del torace vengono mobilitati e l'intero torace viene impegnato attivamente nei movimenti respiratori; questo tipo di respirazione si sovrappone all'altro per cui si respira tanto con l'addome quanto col torace; conseguentemente, la respirazione è più profonda e più completa; in entrambe le forme di respirazione la parete dell'intero corpo sembra muoversi come un sol pezzo pur essendo possibile vedere le onde respiratorie che scorrono in su e in giù35.

 

L'AUMENTO DELLA FREQUENZA RESPIRATORIA CONSENTE AI TESSUTI CORPOREI DI RICEVERE L'OSSIGENO NECESSARIO E INDISPENSABILE ALL'AZIONE

Non è dunque facile lasciare che l'attività fisica fluisca nella respirazione; eppure, aumentando l'impegno, il respiro diviene automaticamente più intenso; quando ciò avviene, la bocca dovrebbe aprirsi per far entrare più aria nel corpo36; l'aumento della frequenza respiratoria avrebbe poi funzione protettiva laddove consentirebbe ai tessuti corporei di ricevere l'ossigeno necessario e indispensabile all'azione37.

 

RESPIRAZIONE SUPERFICIALE

Questi moduli respiratori vengono turbati quando una parte del corpo si muove in opposizione rispetto all'altra; vi sono invero individui con un torace rigido che si espande nell'inspirazione mentre il loro ventre viene risucchiato in dentro; ciò produce un grave disturbo poiché, essendo bloccato il movimento verso il basso dei polmoni, malgrado il considerevole sforzo necessario per espandere quel torace, entra però poca aria poiché le cavità del corpo si espandono modestamente; i movimenti respiratori sono ovvero limitati alla zona del diaframma con scarso impegno dell'addome o del torace; è la tipica respirazione superficiale; seppoi durante tal respirazione emerge un un certo movimento addominale, il torace rimane comunque rigido38.

 

LA PANCIA IN DENTRO

Un ventre tendenzialmente contratto e tenuto in dentro può indicare inibizione sessuale nonché servire per reprimere sentimenti di tristezza39.

 

LA PANCIA IN DENTRO COME INIBIZIONE SESSUALE

Il ventre tirato all'indentro reclude ogni sensazione sessuale nel bacino, ovvero quelle piacevoli e struggenti sensazioni che trasformano il sesso da mera esecuzione e scarico energetico in un'espressione d'amore; possono esservi donne che considerano il ventre lasciato in fuori come troppo sessuale; ciò può voler dire sciatto e conseguentemente rilassato e la rilassatezza può sottendere una donna libera, ovvero il contrario di quello che alcuni potrebbero aspettarsi dall'altro sesso; nell'era vittoriana, le donne, considerate come non libere, indossavano dei corsetti per contenere la loro sessualità; oggi, pur avendo abbandonato il busto fisico, ne abbiamo adottato uno psicologico che è ancor più efficace perché non si può togliere di dosso facilmente come l'altro40.

 

LA PANCIA IN DENTRO PER REPRIMERE LA TRISTEZZA

Il ventre viene risucchiato in dentro pure per controllare lacrime e singhiozzi; se lasciato andare, si può incorrere in un vero pianto di pancia; ciò può poi voler dire però pure poter ridere di pancia; piangere o ridere di pancia è come esperire nel ventre la vita al livello viscerale; è nel ventre che la vita viene concepita e portata; è nel ventre che hanno inizio i nostri desideri più profondi; tenere il proprio ventre ben stretto per reprimere le proprie emozioni vuol dire non esser persone vive in modo vibrante; può esser per un vuoto interiore, come bloccato perché non riempito della propria pienezza di essere vivente; le lacrime sono come pioggia dal cielo ed un buon pianto è come un acquazzone che pulisce l'aria; piangere è il modo fondamentale per liberare le tensioni, come quando un bambino erompe in pianto straziante perché le frustrazioni gli creano una tensione insopportabile; non ci si dovrebbe mai vergognarsi di piangere, poiché siamo tutti dei bambini nel nostro cuore; considerando il dolore che si può aver provato nella propria vita e le frustrazioni cui si è continuamente soggetti, si possono aver molte ragioni per piangere; piangere è talmente terapeutico poiché capace di alleviare nell'immediato perfino l'individuo depresso41.

 

RESPIRAZIONE-ENERGIA-SENSAZIONE

Laddove respirare più profondamente produce eccitazione ed eccitazione vuol dire respirare più profondamente, maggiore è il livello del respiro e maggiore è quello del sentire; in ambito bioenergetico si preferisce iniziare dal respiro perché è il modo più diretto per aumentare il livello energetico dell'organismo; si propone di respirare nel torace e nell'addome per far sì che l'onda respiratoria si muova nel corpo dal capo ai piedi42.

 

RESPIRAZIONE-MOTILITÀ

Non si può respirare liberamente se vi sono tensioni croniche che bloccano in movimento dell'onda; se il petto è rigido, il respiro è diaframmatico; se l'addome è costretto, il respiro tende invece ad esser limitato alla metà superiore del corpo; man mano che l'individuo respira più profondamente, il corpo diviene più energico e l'onda respiratoria acquisisce più slancio potendo farsi strada attraverso le tensioni43.

 

RESPIRAZIONE-VIBRAZIONE

Un respiro profondo può nell'immediato far vibrare il corpo, dalle gambe al resto del corpo; all'inizio si può esserne allarmati o spaventati fin quando non se ne esperisce l'effetto rilassante; le vibrazioni possono esser intense o delicate secondo quanto il corpo è carico e il quantitativo di tensioni in esso; se quest'ultimo è forte, la respirazione può produrre vibrazioni tanto forti che all'individuo può sembrare di cadere in pezzi; le vibrazioni hanno invero l'effetto di scuotere il corpo sciogliendone le tensioni croniche ed incrementando dunque la motilità; seppoi le tensioni diminuiscono, le vibrazioni diventano più sottili e coordinate finché il corpo 'ronza' come il motore di un'automobile perfettamente oliato44; in ambito bioenergetico viene utilizzato il termine 'personalità vibrante' per il suo rapporto col moto vibratorio45; non si può perciò averne in un corpo che non vibra46.

 

RESPIRAZIONE E VOCE

Fintantoché si emette un suono si può esser certi che si respira; si può esser però inibiti nell'emettere un qualunque suono; si può esser ad esempio vittime dell'adagio secondo cui i bambini dovrebbero essere visti e non sentiti; oppure si può aver soffocato pianto e strilli perché tali espressioni incontravano lo sdegno dei genitori; purtroppo il soffocamento di questi suoni restringe gravemente la gola riducendo seriamente la respirazione; perciò agli individui che intraprendono un percorso terapeutico bioenergetico o/e che partecipano alle classi di esercizi in gruppo viene spesso suggerito di fare dei vocalizzi o di emettere suoni sostenuti durante lo svolgimento degli esercizi oppure solo respirando; un suono limpido capace di risuonare nel corpo produce una vibrazione interna simile alle vibrazioni che, più al suo esterno, induciamo nella muscolatura47.

 

RESPIRO E VOCE, SOTTO SFORZO

Il respiro, specie quando si è sotto sforzo [come nel posizionamento dell'Arco, detto pure posizione fondamentale di sforzo48], sfocia spesso in un tono o in un'espressione vocale; è nella natura del corpo che, col crescere dello sforzo, il respiro diventi più profondo ed un suono vocale è come indotto ad uscire spontaneamente; si potrebbe dire che lo sforzo apre un varco all'espressione49.

 

RESPIRO E VOCE, PROPRI E ALTRUI

Sentendo la propria voce ed i suoni altrui [come nelle classi di esercizi bioenergetici], se ne può ricavare una sensazione innanzitutto di inibizione, per cui si può preferire trattenere il proprio respiro e soffocare la propria voce; col tempo, familiarizzando con la voce degli altri, può pian piano emergere in chiunque l'impressione che un respiro accompagnato dai suoni vocali è pure naturale; allorché il respiro scende più in profondità e la voce diviene più forte, come un ciclo che si chiude, ci si può infine sentire più liberi nonché in contatto coi propri impulsi risvegliati50.

 

BIBLIOGRAFIA

 

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Cattani D. e Scappellato P. (2017). Attacchi di panico e ansia acuta. Soccorso psicologico di base. Giunti, Firenze.

 

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1. cfr. Lowen, 1967/1997, 31.

2. cfr. Lowen, 2001/2009, 111.

3. cfr. Lowen, 1967/1997, 31.

4. cfr. Sollmann, 1988/1995, 14-15.

5. cfr. Lowen, 1967/1997, 31.

6. cfr. Bond, 2007/2017, 18.

7. cfr. Bond, 2007/2017, 18.

8. cfr. Calais-Germain, 1984/1992, 100.

9. cfr. Lowen, 1967/1997, 31.

10. cfr. Bond, 2007/2017, 18.

11. cfr. Lowen, 1967/1997, 31.

12. cfr. Lowen, 1967/1997, 33.

13. cfr. Calais-Germain, 1984/1992, 99.

14. cfr. Bond, 2007/2017, 18.

15. cfr. Sears e Winwood, 1974/1975, 280.

16. cfr. Bond, 2007/2017, 18.

17. cfr. Bond, 2007/2017, 18.

18. cfr. Calais-Germain, 1984/1992, 90.

19. cfr. Bond, 2007/2017, 18.

20. cfr. Lowen, 1967/1997, 31.

21. In altri autori (ad esempio Grossman e Christensen, 2004 o Ferraro, 2010, cit. in Cattani e Scappellato, 2017, 74) nella corretta respirazione diaframmatica, quando ovvero l'addome si muove all'infuori nell'inspirazione e all'indentro nell'espirazione, il torace rimane immobile.

22. cfr. Sears e Winwood, 1974/1975, 280.

23. cfr. Lowen, 1967/1997, 31.

24. cfr. Sears e Winwood, 1974/1975, 280.

25. cfr. Bond, 2007/2017, 18.

26. cfr. Calais-Germain, 1984/1992, 100.

27. cfr. Bond, 2007/2017, 18.

28. cfr. Sears e Winwood, 1974/1975, 280.

29. cfr. Bond, 2007/2017, 18.

30. cfr. Lowen, 1967/1997, 31-32.

31. cfr. Lowen, 1967/1997, 32.

32. cfr. Lowen, 1967/1997, 32.

33. cfr. Lowen, 1967/1997, 32.

34. cfr. Lowen, 1967/1997, 32-33.

35. cfr. Lowen, 1967/1997, 33.

36. cfr. Sollmann, 1988/1995, 57.

37. cfr. Cattani e Scappellato, 2017, 24.

38. cfr. Lowen, 1967/1997, 33.

39. cfr. Lowen, 1967/1997, 33.

40. cfr. Lowen, 1967/1997, 26.

41. cfr. Lowen, 1967/1997, 33.

42. cfr. Lowen, 2001/2009, 111.

43. cfr. Lowen, 2001/2009, 111.

44. cfr. Lowen, 2001/2009, 111.

45. cfr. Lowen, 1967/1997, 231.

46. cfr. Lowen, 2001/2009, 111.

47. cfr. Lowen, 1967/1997, 34.

48. cfr. Lowen, 1975/1983, 60.

49. cfr. Sollmann, 1988/1995, 15.

50. cfr. Sollmann, 1988/1995, 15.

 


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